Senza istruzione corriamo il rischio di prendere sul serio le persone istruite. G.K.C.

Archivi del mese: marzo 2013

Paolo Gambi è un giovane scrittore e giornalista cattolico. Nato a Ravenna il 12 aprile 1979, è laureato in giurisprudenza ed in psicologia con una specializzazione in diritto canonico ed una in comunicazione. Ha al suo attivo oltre quindici libri (tra cui tre scritti con il Cardinal Tonini) e può vantare di aver collaborato con importanti testate, anche estere, come il Financial Times e The Catholic Herald di Londra. Insegna anche teoria della comunicazione all’ISSR S. Apollinare. Dopo mesi di lavoro ha finalmente lanciato il sito www.churchadvisor.it . Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere meglio questa nuova realtà.

Ogni anno che passa cresce il numero dei siti di ispirazione cristiana. Qual è la peculiarità e cosa offrirà di speciale churchadvisor?

Partecipazione. Churchadvisor non è un sito calato dall’alto, ma un contenitore in cui raccogliere le voci della Chiesa. E per Chiesa si intende anche il popolo di Dio. Quello a cui Papa Francesco ha chiesto la preghiera prima della benedizione, prendendosi la sua fetta di protagonismo. Con questo sito proviamo a portare un po’ di comunicazione dal basso – bottom up – nelle dinamiche ecclesiali.Senza però scadere in improbabili democratizzazioni. Cerchiamo semplicemente di seguire l’invito sempre vivo di “inculturare” il messaggio cristiano nel presente. Vogliamo insomma dare il nostro contributo perché la Chiesa “si traduca” nell’era di internet. Come? Utilizzando tutti gli strumenti più avanzati che sono a disposizione dell’uomo contemporaneo. Churchadvisor offre per il momento tre servizi. Il primo servizio è semplicemente informazione, notizie date con un linguaggio un po’ nuovo, che gli utenti possono commentare a mo’ di blog. Poi pubblichiamo ebook, libri digitali, con una logica di totale apertura lontana dalle dinamiche delle case editrici tradizionali. Insomma, proponeteci pure i vostri libri. Ma soprattutto, e il servizio sarà operativo al 100% molto presto, abbiamo mappato tutte le chiese del mondo, e chiunque abbia vissuto un’esperienza, buona o cattiva – nei limiti della buona fede e di un controllo di massima – può condividerla con il mondo, fornendo la propria valutazione. Sei stato ad un matrimonio di un lontano cugino e quella celebrazione ha fatto la differenza? Eri in vacanza e a Messa hai riscoperto l’incontro con il Signore? Hai partecipato ad una celebrazione talmente sconnessa che non sembrava neanche una Messa cattolica? Questo è il posto giusto per raccontarlo. Anche perché, con il crescere delle condivisioni, i fedeli potranno farsi una mappatura generale, sempre viva, della realtà ecclesiale, e così scegliere i posti adatti per la propria vita di fede. Insomma, questo sito ha l’ambizione di provare ad interpretare l’ecclesialità dell’era contemporanea.

Quante persone sono dietro a questo progetto?

È una comunità che sta crescendo piano piano: siamo agli inizi. Ma chiunque sia incuriosito o abbia voglia di provare a fare un salto di qualità nella vita di Chiesa su internet può contattarci e venire coinvolto.

Chi sono i destinatari di questa nuova piattaforma?

Tutti i cristiani che vivono la propria fede nella Chiesa cattolica. Anche quelli che non hanno più un gruppo di riferimento. La nostra speranza è che tanti cattolici che si sono allontanati dalle strutture più istituzionali della Chiesa possano ritrovare qui, in una realtà partecipata, anche un senso di appartenenza che hanno perduto.

Un sito dal nome inglese. Un caso o una scelta mirata?

Volenti o nolenti l’inglese è oramai diventato il latino dei tempi nostri. Una scelta di universalità. Icontenuti del sito per ora sono solo in italiano, ma stiamo lavorando alla versione inglese.

Churchadvisor terrà sotto osservazione l’attività del Papa o più in generale quella della Chiesa?

Più che tenere sotto osservazione vorrebbe dare vita, dare senso di appartenenza, dare partecipazione. Ovviamente il Papa è segno di unità per tutti i cattolici, quindi è al centro degli interessi della comunità. Infatti abbiamo inaugurato proprio all’inizio del conclave che ha portato all’elezione di questo Papa già così meravigliosamente amato….

Ecco, infatti: churchadvisor nasce in un momento particolare della vita della Chiesa: l’elezione del successore di Benedetto XVI. In uno dei tuoi articoli, volendo ironizzare sulla frenesia dei mezzi di comunicazione che fanno a gara per individuare il nome del futuro Papa, hai fatto l’identikit preciso dell’eletto: maschio, battezzato e verosimilmente non sposato! Qual è il profilo che i mass media, in particolare quelli cattolici, dovrebbero seguire nel proporre le notizie che riguardano l’universo religioso?

Intanto voglio sottolineare come il mio identikit alla fine ci abbia preso! Poi ci tengo a dire che abbiamo inaugurato regalando ai nostri visitatori un ebook dal titolo “Il conclave senza il morto” che ha semplicemente raccontato in forma digitale i candidati al ministero petrino. Compreso il Cardinale Bergoglio, che peraltro annotavo come possibile papabile. Quello che va detto è che noi cattolici dobbiamo ritrovare un linguaggio che talvolta fatichiamo a parlare. Dobbiamo ridare senso alle nostre strutture, ai nostri riti, alle nostre tradizioni in un’era in cui sono cambiate le menti delle persone e per farlo dobbiamo essere in grado di comunicarle, di trasformarle in linguaggiocondiviso. Dobbiamo insomma ritrovare una strada per portare il Vangelo in questo mondo fatto di byte e di reti. La sfida non è facile, perché la difficoltà di noi Chiesa di comunicare con il mondo riflette una difficoltà radicata oramai nei secoli di rappresentarci all’interno del mondo moderno. Comunque c’è solo da essere ottimisti. Ce l’abbiamo sempre fatta. Ce la faremo anche questa volta.Basta che ci mettiamo tutti d’impegno. E poi con Papa Francesco siamo in mani sicure.

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ROMA – Anche se la data del Conclave non è stata ancora fissata, tutta Roma si prepara al grande evento. La Cappella Sistina è stata chiusa al pubblico per consentire di svolgervi tutti gli interventi necessari per rendere lo spazio maggiormente idoneo alle operazioni di voto, giornalisti da tutto il mondo continuano ad affluire nella Città Eterna per assistere e documentare il grande evento. Anche nel cuore di Roma ci si prepara a questo particolare momento della vita della Chiesa. Siamo entrati nella sartoria che ha preparato i tre abiti papali di diverse misure, uno dei quali sarà indossato dal futuro Pontefice e abbiamo incontrato Lorenzo Gammarelli, uno dei tirolari della “Ditta Annibale Gammarelli” che nonostante abbia rilasciato in questi giorni più di una cinquantina di interviste, ha avuto la cortesia e la bontà di rispondere alle nostre domande. La sartoria Gammarelli è ubicata in via di Santa Chiara, nello stesso palazzo che ospita la Pontifica Accademia Ecclesiastica, l’istituzione che forma i sacerdoti destinati al servizio diplomatico della Santa Sede. Questa sartoria  è  un vero pezzo di storia, infatti da 6 generazioni la famiglia Gammarelli veste innumerevoli ecclesiastici.

Innanzitutto grazie per la sua disponibilità e per il tempo che ha trovato per rispondere alle domande della nostra intervista in questi giorni così intensi di lavoro per la vostra attività. Può spiegare ai nostri lettori qual è il campo nel quale voi siete specializzati?

La nostra “Ditta Annibale Gammarelli” è una sartoria ecclesiastica. Abbiamo l’onore di fornire i tre abiti che nei giorni del conclave troveranno posto nella Stanza delle Lacrime, la sacrestia della Cappella Sistina. Uno di questi abiti sarà indossato dal prossimo pontefice appena sarà eletto

In Vaticano fervono i preparativi in occasione del Conclave. Anche qui vi siete dati un gran da fare. Da qualche giorno gli abiti papali sono esposti in vetrina alla vista di curiosi e dei giornalisti di tutto il mondo. Quando saranno consegnati?

Gli abiti che sono nella nostra vetrina saranno consegnanti fra stasera e domani in Vaticano.

Nel giorno della vestizione, quando il papa sarà nella Stanze delle Lacrime, si avvarrà della vostra collaborazione?

No. La nostra collaborazione termina nel momento in cui consegniamo in Vaticano gli abiti che abbiamo preparato, anche perché, ovviamente, non possiamo entrare nel conclave una volta iniziato.

In esposizione nella vetrina ci sono le scarpe rosse. C’è stata durante il pontificato di Benedetto XVI una grossa bufala su queste scarpe: è stato più volte detto che erano state prodotte dal marchio Prada. Ci può dire qualcosa da esperto del settore?

La “notizia” delle scarpe Prada è stata smentita dall’Osservatore Romano e dalla stessa ditta Prada. Nonostante questo, se ne sente ancora parlare di tanto in tanto. Le scarpe rosse del papa sono di pelle rossa e per il conclave le fornisce proprio la nostra ditta.

I prodotti del vostro laboratorio sartoriale sono destinati solo ad alti prelati?

No. I nostri clienti vanno dai seminaristi, ai sacerdoti, ai vescovi  e ai Cardinali.

C’è qualche particolare articolo che i sacerdoti ricercano?

Mi dicono che siamo famosi per la qualità delle nostre talari.

Per quanto riguarda il settore della sartoria ecclesiastica, l’Italia è leader  nel mondo o deve temere la concorrenza di qualche altro paese?

Oserei dire, senza tema di essere smentito, che Roma è leader nel mondo per quanto riguarda la sartoria ecclesiastica, considerando che in Europa ci sono circa una trentina di sartoria di cui 10 qui a roma e altrettante nel resto d’Italia.

Questo articolo è stato ripreso dall’agenzia di informazione ZENIT e tradotto in tedesco: http://www.zenit.org/de/articles/das-gewand-das-der-neue-pontifex-tragen-wird-ist-bereit

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