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Le 4 Virtù Cardinali e le 3 Virtù Teologali nell’Arte

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Le 3 virtù teologali nella Musica

La Fede (Gioacchino Rossini)

Allor che l’alma afflitta,
Nei giorni aquilonar,
Si sente in cor trafitta
La sua virtù mancar,
Un astro appar repente
Dell’etra in sul confin.
Più che ragion possente,
Più ardente del mattin.
Quel mistico splendore
È sol di Dio la fè;
Egli è che dice al core:
Costante credi in me.
Del dubbio reo la vita
Spegne quel suon divin;
E la sua man ne addita
D’un bel tramonto il fin

La Speranza (Gioachino Rossini)

Odi pietosa,
Mistica speme,
L’alma che geme
Da questo suol.
Col divo incanto
Detergi il pianto.
Ognun t’invoca
Celeste aurora
Per cui s’indora
Di gaudio il sol.
Diva speranza
Dammi costanza
Odi il mio duol

La Carità (Gioacchino Rossini)

O caritade, virtù del cor,
Tu l’uomo infervori di santo ardor.
Tu l’affratelli; e nei martir
Consoli il povero de’ suoi sospir.
Iddio rivelasi solo per te:
Tu inspiri al misero del ben la fè.
L’alma che accendesi del tuo fervor,
Spande sugli uomini divin fulgor.
Allor che il mondo tua voce udrà
Di guerra il fremito si spegnerà.
L’ira, l’orgoglio fian vinti allor
Da un sacro vincolo d’eterno amor.

Le 3 virtù teologali in Italiano

Dante viene interrogato sulla Fede da San Pietro nel XXIV Canto del Paradiso

fede è sustanza di cose sperate
e argomento de le non parventi;
e questa pare a me sua quiditate

Dante viene interrogato sulla Speranza da San Giacomo nel XXV Canto del Paradiso

Spene, diss’ io, è uno attender certo
de la gloria futura, il qual produce
grazia divina e precedente merto.

Dante viene interrogato sulla Carità da San Giovanni nel XXVI Canto del Paradiso
Però ricominciai: «Tutti quei morsi
che posson far lo cor volgere a Dio,
a la mia caritate son concorsi:

ché l’essere del mondo e l’esser mio,
la morte ch’el sostenne perch’io viva,
e quel che spera ogne fedel com’io,

con la predetta conoscenza viva,
tratto m’hanno del mar de l’amor torto,
e del diritto m’han posto a la riva.

Le fronde onde s’infronda tutto l’orto
de l’ortolano etterno, am’io cotanto
quanto da lui a lor di bene è porto

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